Sulla mia strada
di Monsignor Sergio Salvini
29 Gennaio 2021 14:00
Monsignor Sergio Salvini
Si legge nel Vangelo di Marco: "Insegnava loro come uno che ha autorità".
Il Signore insegna con autorità per liberare l’uomo da tutto ciò che lo imprigiona.
Il Vangelo ci dice che la gente era stupita del suo insegnamento.
Lo stupore è esperienza felice e rara che sorprende e scardina gli schemi, che si inserisce come una lama di libertà in tutto ciò che rinchiude e così fa respirare meglio man mano che entra aria nuova e si dilatano gli orizzonti.
San Benedetto nella sua regola diceva: A guardare Gesù ed ascoltarlo con orecchio incantato, stupito, con occhio meravigliato; guardando come innamorati e ascoltando come bambini, pronti a meravigliarci, perché sentiamo parole che toccano il centro della vita e lo liberano.
Autorevoli sono soltanto le parole di chi è amico della vita; Gesù ha autorità perché non è mai contro l’uomo ma sempre in favore dell’uomo. Sono autorevoli soltanto le parole di chi è credibile, quando il messaggero e il messaggio coincidono. Dicono ciò che è ed è ciò che dice. Anche noi se vogliamo essere testimoni credibili dobbiamo annunciare il Vangelo con verità di vita, perché è un seme che fruttifica senza che sappiamo come, ma più ancora, farlo diventare. I testimoni silenziosi sono i più efficaci ed autorevoli. Diceva Camus: Sono sempre i pensieri che avanzano con passo di colomba quelli che cambiano il mondo.
Nella sinagoga le parole di Gesù e il suo miracolo provocano timore, meraviglia. La domanda che si fanno l’un l’altro è un po’ un riassunto di tutto quello che è successo. Tutti si chiedono chi sia costui? E’ una domanda che si ripete nella prima parte del vangelo di Marco e trova la risposta in un atro capitolo, quando Pietro confesserà: Tu sei il Cristo.
Gesù ordinò severamente al male: "Taci! Esci da lui!".
E’ imperativo il comando di Gesù di fare silenzio sulla sua identità, che caratterizza il cosiddetto segreto messianico. Questo comando dato ai demoni però ha una sfumatura particolare: infatti essi non intendono fare una professione di fede, bensì manipolare il potere del suo nome divino.
Davanti a Gesù il demonio non può far altro che obbedire, però si vendica sul corpo del povero indemoniato, facendolo soffrire e gridare. La sconfitta del demonio attesta l’arrivo della signoria di Dio e l’azione potente di Gesù che accompagna la sua parola, con la buona notizia. Gesù è il Santo di Dio, e il demonio lo riconosce come tale. Santo significa messo da parte, riservato per Dio in vista di una missione.
L’esorcismo sarà la prima azione potente di Dio, segno che il Regno è ormai presente.
Il brano del vangelo conclude con l’amplificazione della fama di Gesù per tutta la regione della Galilea.
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